Le attività
Accantonamento estivo sul Gran Sasso |
Scritto da Luciano Galli e Nicola Iori |
1-2-3-10 luglio 2011 Anche quest’anno abbiamo ripetuto il tradizionale accantonamento estivo sul Gran Sasso. Il programma iniziale prevedeva tre giorni a Campo Imperatore con salita, nell’ordine, al Pizzo Intermesoli (2635) , al Monte Prena (2561) , al Monte Camicia (2564) e il Monte Brancastello (2385) o in alternativa un’escursione al Fondo della Salsa. Un primo gruppo è partito il giovedì pomeriggio alla volta del rifugio di Fonte Vetica per pernottare in tenda e ricongiungersi con gli altri soci provenienti da Palestrina al piazzale della funivia la mattina dopo alle 8 in punto. Chi sarebbe arrivato in ritardo avrebbe pagato il caffè a tutti. Bruno si è preso come al solito, il suo quarto d’ora accademico e di conseguenza aveva già pronti i soldi per andare all’ostello, ma non abbiamo avuto il sublime piacere di fargli pagare la colazione a causa dell’incredibile situazione che è venuta a crearsi a Campo Imperatore: funivia, albergo ostello, tutto chiuso. Incredibile ma vero! Siamo partiti di buona lena giungendo già dopo un'ora di cammino al Passo della Portella (2260 mt), da dove, proseguendo in cresta abbiamo imboccato il sentiero che percorre la base delle pareti del Cefalone fino a giungere, dopo l’irrinunciabile rito delle palle di neve, sotto la Sella del Cefalone (2320mt). E’ qui che a causa delle condizioni meteo poco rassicuranti, sono cominciati i primi dubbi sulla effettiva opportunità di proseguire. Nuvoloni minacciosi non lasciavano sperare nulla di buono. Un gruppo di soci, considerando la presenza di due giovani aspiranti soci CAI, Marta e Matteo, hanno preferito non avventurarsi e deviare verso il rifugio Garibaldi, mentre uno sparuto gruppetto di ardimentosi (traduci irriducibili capoccioni) decideva di tentare comunque la salita di Pizzo Intermesoli: una vetta davvero imponente! Alla Sella dei Grilli, guardando la vetta e pensando che i temporali in montagna non sono proprio rilassanti, qualche altro dubbio ha assalito il quattro ma la decisione di Luciano, accompagnatore titolato con tanto di pergamena CAI, ha tagliato la testa al toro: si sale! I 400 metri di inguardabile salita, si sono subito presentati come un sentiero davvero ripido ghiaioso e in alcuni punti esposto. Arrivati alla base della zona rocciosa, tra vortici di nuvole nere che facevano venire in mente anzitempo la via del ritorno, abbiamo cominciato a utilizzare le mani per migliorare l’equilibrio tra i passaggi di roccia. Superato quest’ultimo tratto siamo giunti sula fiabesca vetta di Pizzo Intermesoli (2635mt) indicata da una elegante statuetta della Madonna. Il cielo scuro imponeva assolutamente di non rispettare la conosciuta tradizione della sezione CAI di Palestrina , vale a dire di perdere un sacco di tempo a rimirare il panorama, e allora, dopo un frettoloso panino, abbiamo iniziato la difficile e impegnativa discesa fino alla Sella dei Grilli e poi in preda ad un delirio di onnipotenza, ancora più giù fino alla Val Maone, dove nei pressi dei ruderi, senza complimenti, la pioggia è arrivata! Indossare le mantelle, please, e confessiamo pure che, dopo argute e profonde riflessioni, non abbiamo ancora ben capito se ti bagni di più con la mantella che ti fa sudare come un porcello o con la pioggia stessa. L’arrivo al Passo della Portella e lo splendido tratto di sentiero fino a Campo Imperatore senza pioggia ha reso molto piacevole la parte finale di una escursione di grandissima soddisfazione. L’Intermesoli visto da sotto, mostra tutta e senza imbarazzo, la sua maestosità. Per la serata ci ha accompagnato il maltempo e dulcis in fundo, la approssimativa doccia del rifugio ancora in riparazione, ma poi la piacevolissima cena in compagnia, tra chiacchiere e uno due (forse tre) bicchieri di Montepulciano hanno reso come al solito festosa la fine della giornata. La mattina dopo il tempo era invernale. Nuvole bassissime, pioggia ad intermittenza e freddo. Tanto freddo. Sperando in un miglioramento abbiamo optato per la breve escursione al Fondo della Salsa. Speranza vana: tre ore sotto una pioggia battente per arrivare al nevaio alla base dell'impressionante parete nord del Monte Camicia che non abbiamo potuto apprezzare in tutta la sua grandiosità per la presenza di nuvole, nebbia e pioggia. Tornati al campeggio di Fonte Vetica, zuppi come spugne, abbiamo deciso nostro malgrado, di smobilitare e tornare a casa. Malinconicamente abbiamo smontato le tende e dopo aver mangiato qualcosa a Fonte Cerreto, via a casa. Ma torneremo. E siamo tornati, approfittando della gita sociale in calendario (10 luglio 2011) Domenica 10 luglio, una giornata splendida, la vetta del Corno Grande, il “tetto” dell’Appennino, sembra quasi che stia invitando il gruppo degli “alpinisti”, equipaggiati con caschi, imbraghi e corde, che saliranno per la Via Direttissima. Avvicinamento di buon passo fino al Sassone, insieme ad alcuni amici del CAI di Rieti, e poi su per le rocce facendo attenzione alla caduta di sassi, pericolo conosciuto da tutti sulla Direttissima. Ci abbiamo impiegato davvero poco ad arrivare sopra, grazie alla perizia e alla disponibilità degli accompagnatori Giuseppe Neri, Vincenzo Gasbarri e Alessandro Cicetti. In vetta abbiamo incontrato tante persone, tra cui un numeroso gruppo del CAI di Alatri con i suoi (rumorosi) cori alpini. Stavolta il tempo era bello, si poteva, tra una nuvola e l’altra, intravedere l’Adriatico e l’intero percorso del Centenario che sovrasta la spianata di Campo Imperatore. Davvero un bel panorama! Strette di mano, firma del registro di vetta, l’immancabile foto di gruppo tanto difficile da organizzare e perdere tempo piacevolmente con discorsi e battute da tremila metri! Sulla via del ritorno, con il Corno Piccolo immerso nelle nuvole, i nuovi soci della sezione Luisa e Marco, commentavano in maniera a dir poco entusiasta, la straordinaria bellezza dei posti nei quali difficilmente sarebbero andati, senza essere soci di una sezione del Club Alpino Italiano ed in questo caso della sezione di Palestrina. Splendida giornata, che ha ripagato ampiamente del tempaccio della settimana precedente a Fonte Vetica. Ovvia conclusione, a Fonte Cerreto, tra birra, patatine e gelato che tradizionalmente accompagnano nella generale stanchezza, ma anche soddisfazione, le più svariate proposte di ripetere le escursioni e gli accantonamenti su queste straordinarie montagne che sono nel cuore e nell’anima di tanti, tantissimi escursionisti ed alpinisti. Dalla macchina, sull’autostrada, immersi in una prodigiosa luce del tramonto, si poteva ammirare, dietro montagne già altissime, la raggiante, bianca vetta del Corno Grande: ecco, vedi, noi siamo stati lassù! A presto! |