Le attività
9 ottobre 2011: racconto della escursione sociale a Cima d'Arme |
Scritto da Giuseppe Neri |
Raggruppamento al “Bar Oscar” alle ore 7, il tempo è buono ma la temperatura segna 5 gradi, si parte immediatamente direzione Rieti e precisamente Poggio Bustone. Arrivando al piccolo paese notiamo subito una tabella che segnala dei bellissimi giardini (i giardini di marzo) con al centro una statua di bronzo di Lucio Battisti che imbraccia una chitarra: Poggio Bustone è il paese natio del grande cantautore. La località è davvero graziosa, addossata alla montagna che guarda la grande piana reatina. Arriviamo al convento dove parcheggiamo e svelti ci incamminiamo lungo il sentiero CAI n°421. Dal convento San Giacomo, dove abbiamo parcheggiato le auto, Il sentiero sale subito in direzione dell’eremo di San Francesco….. dimenticavo di dire che questo è il territorio dei percorsi francescani, dove si concentrano gli eremi più importanti della vita del Santo, vedi Greccio, Fonte Colombo, San Giacomo. Dopo 5 minuti di cammino si arriva allo speco dove il Santo passò alcuni anni di eremitaggio . Sul luogo sorge una piccola chiesetta del 1200, tutti noi vi siamo entrati in silenzio e nell’uscire abbiamo suonato la piccola campana posta all’esterno. Si riparte, si discende leggermente su scalini per poi risalire su ripida salita, (qui la fatica si fa sentire almeno per i meno allenati) fino ad arrivare ai prati di San Giacomo a 1300 metri. Il sentiero incrocia la strada sterrata, si cammina tranquilli senza fatica, fino ad arrivare alla Sella di Cima D’Arme a quota 1395 per poi tornare a salire nuovamente fino al raggiungimento della vetta 1678 metri. Qui inizia l’avventura in questo secondo tratto di salita un vento forte e gelido di tramontana ci sferza in continuazione non si riesce a tenere gli occhi aperti per le forti raffiche, ci copriamo più che possiamo ma non basta una volta arrivati in vetta ci attende una seconda sorpresa ossia il vento porta con se anche una bufera di neve, il tempo di fare le foto di vetta e di gruppo e subito scendiamo alla ricerca di un riparo. Lo troviamo immediatamente sotto la vetta nella parete sud e “miracolo” subito dopo esce un tiepido sole che ci permette di consumare il nostro piccolo pranzo (al sacco). Il panorama è a 360° e stupisce tutti noi per la bellezza. I più esperti indicano i monti che si stagliano nitidi davanti i nostri occhi, fino alla ricerca della nostra vetta più alta “Guadagnolo” che intravediamo in lontananza. La paura però che il tempo possa cambiare nuovamente è più forte, quindi decidiamo di scendere. Attraversiamo delle faggete meravigliose, sostiamo in un magnifico fontanile per poi raggiungere nuovamente il convento di San Giacomo. Una volta arrivati è doverosa la visita al piccolo eremo, ci colpisce immediatamente la semplicità dell’interno, un crocefisso ligneo dietro l’altare e due affreschi raffiguranti le opere del piccolo fraticello. All’esterno, abbiamo commentato la bellezza e quanta pace interiore possono dare questi luoghi così particolari. Una splendida camminata una eccellente compagnia ed un percorso da tenere nel cuore. Alla prossima escursione. |