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28 marzo 2010 - Escursione sull’Appia Antica Roma
Scritto da Sandro Bardaro   

Il Club Alpino Italiano non vuol dire solo "montagna". Sempre accorto alle esigenze dei suoi soci sa cogliere le potenzialità del territorio e di tutto ciò che esso offre. Nel contesto Laziale così vario e affascinante, sia per l'approccio a gruppi montuosi importanti, e sia per i siti reconditi nelle campagne ancora incontaminate ove si inseriscono spesso e volentieri escursioni ai siti archeologici dell'Etruria altrimenti sconosciuti ai più, non possono passare inosservate le meraviglie del passato di cui soprattutto il territorio romano ne è pervaso. Questa opportunità è stata colta dalla collaborazione delle tre sezioni CAI di Palestrina, Tivoli ed il gruppo "Il Ginepro" di Monterotondo, che inserendo nel calendario annuale del 2010 una escursione al PARCO REGIONALE DELL'APPIA ANTICA" ,  ha visto l'adesione di una nutrita compagine di associati che il 28 marzo si sono dati appuntamento davanti all'imponente Porta si San Sebastiano, che segna l' inizio della gloriosa "REGINA VIARUM". Il percorso è senza dubbio tra i suggestivi di Roma per i monumenti sopravvissuti e per il fascino appartato della campagna, progressivamente sacrificata alla speculazione o inghiottita dal degrado. Aperta nel 312 A.C. dal censore Appio Claudio Cieco, che riprese un preesistente tracciato, la via univa Roma alla Campania (fino a Capua, l'odierna Santa Maria Capua Vetere). Solo in un secondo tempo sarà prolungata dapprima fino a Taranto e poi a Brindisi. ""

L'importanza del percorso era sottolineata dal numero e dalla qualità dei monumenti funerari e delle splendide ville che la fiancheggiavano. In età cristiana, intorno alle catacombe sorsero importantissimi luoghi di culto. Alla fine del Medioevo la via fu abbandonata, per essere riscoperta tra il Settecento e l'Ottocento. Dal 1988 è Parco Regionale. Da porta San Sebastiano il nutrito "gruppone", guidato dagli accompagnatori sezionali Angelo Antonio, Manuela Giaccone e Sandro Bardaro ha raggiunto le Catacombe di San Callisto, gigantesco e ramificatissimo complesso ipogeo di quasi 20 km di lunghezza, sviluppatosi come cimitero ufficiale della chiesa  su un nucleo cristiano del II° secolo. Dopo aver raggiunto il grandioso complesso della Villa Imperiale di Massenzio (ancora da scavare) ed il relativo Circo meglio conservato di Roma è apparsa in tutta la sua maestosità la Tomba di Cecilia Metella, pesantemente rimaneggiata nel Medioevo dal casato dei Caetani. Si sono susseguite agli occhi degli indomiti "camminatori" numerose cripte, basilichette, ogni sorta di tombe a tumulo, piramidali, monumentali, o semplicemente più discrete che sorsero nei successivi 800 anni gloriosi dall'inaugurazione del lunghissimo lastricato. La splendida giornata ha esaltato agli  occhi soddisfatti degli intrepidi viandanti il contesto bucolico della campagna romana, coronato intorno al VII miglio dalle vestigia della immensa Villa dei Quintili con lo sfondo delle arcate dell'acquedotto che forniva il maestoso complesso.

Percorso un ultimo miglio sino alle vestigia del Tempio di Ercole il gruppone si è finalmente concesso il meritato riposo, immerso nel silenzio desueto di questo luogo magico, evocativo di un mondo meraviglioso, passato per la storia ma sempre presente nei cuori di tutti noi. Il ritorno malinconico alla base è stato meditato,quasi ad assaporare questo giorno indimenticabile, coronamento ideale di un fine settimana speciale per Roma e per chi la ama (cultori  e perchè no, anche i suoi tifosi). Infine sono state percorse 16 miglia (26 km) condivise da tutti i partecipanti con estrema soddisfazione e con la speranza e la promessa di accomunarci in  altre fantastiche passeggiate, immersi nella storia della nostra splendida terra.

 

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